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(…) è un album semplicissimo da raccontare e, badate bene, questo non è un difetto ma un pregio, forse il principale, di un tipo di proposta musicale che mescola, senza soluzione di continuità, la cumbia con la psichedelia e certe derive del desert rock più “folli”. (…) Tutto funziona, tutto si tiene, tutto danza con noi.” Mattia Nesto – Rockit.it

C’è questo gruppo, I Gini Paoli, che ha fatto uscire un disco lo scorso venerdì con un titolo un po’ in italiano e un po’ in spagnolo: “Esotica Naturalizada”. I Gini Paoli sono una band che lascia tra Genova e il Lago di Como dei messaggi socio-politici nascosti tra suoni tropicali e psichedelici. Ma niente, li abbiamo scoperti. Achtung! Banditi! – il secondo brano del disco – è un omaggio al film del 1951 sulla resistenza partigiana, da cui derivano anche gli intermezzi vocali. Fibrocemento parla della speculazione edilizia a Genova negli anni ’70, Conga su Conga di surriscaldamento globale e di orche smarrite nel porto di Pra. C’è una casa editrice genovese che mi piace molto, si chiama Tuss. Ha pubblicato “Pesci Foresti”, “Genova sui muri”, “Passerelle volanti” (che racconta attraverso testi e fotografie i camminamenti sospesi di Genova), “Piante di strada” (un erbario moderno di ciuffi d’erba cresciuti sui marciapiedi). E niente, mi piace pensare che un po’ si assomiglino e che dentro nascondano una cosa rossa d’amore che li fa resistere (alle intemperie, alla storia, alla vita). L’album verrà stampato dall’etichetta indipendente genovese Marsiglia Records in un’edizione a ridotto impatto ecologico: il CD sarà inserito in uno speciale involucro di carta ecologica con scarti agroindustriali, su cui le grafiche verranno stampate in risograph. Per compensare l’impatto provocato dalla stampa è stata attivata una collaborazione con zeroCO2 (ogni tre copie vendute verrà piantato un albero). Viva I Gini Paoli, anche se hanno quel nome lì da squadra del campo scuola del ’96. “Ci si annoiava, voi avete portato un po’ di movimento”.” Valinonfarumore – DLSO.it

Una pianta esotica naturalizzata è una specie che viene da molto lontano ma che si è inserita con successo negli ecosistemi. Un po’ allo stesso modo le varie influenze musicali esotiche si sono combinate in questo disco, mettendo radici profonde. Il disco è nato suonando e improvvisando insieme in lunghi pomeriggi di aperitivi e dibattiti metafisici. La cosa fondamentale per noi è condividere il tempo della musica.” Intervista su Postaindipendente.it

Veniamo però al succo, cioè al contenuto: parliamo di sette canzoni per circa 32 minuti di musica che guardano soprattutto ad echi tropicali ed esotici come il titolo italo-spagnolo fa intendere. Questo tropicalismo poi è mischiato ad un rock molto chitarristico e un cantato corale. Non male.” Silvio Mancinelli – MusicalNews.com

Un viaggio stratificato lontano dal presente in una ideale discesa dai monti al mare. Un mix di suoni che unisce psichedelia e tropicalismi per una festa che ci riporti alla natura. Il titolo bilingue, in italiano e spagnolo come nei testi dell’album, indica una pianta proveniente da luoghi lontani ma che si è ben inserita in un ecosistema a essa alieno. E proprio così il suono de I Gini Paoli prende globalmente le influenze più disparate e le semina nel terreno brullo dei monti genovesi. La tracklist del disco si ricollega simbolicamente a una discesa dai monti alla ricerca di una costa che non sia stata contaminata. La band suonano un mix di tropical punk, afrolatin e pop.TgCom24

Sette brani in cui ci si può esplorare nel curioso mondo sonoro della party band che si presenta subito come un viaggio che lascia subito un’ottima impressione. L’inizio dell’avventura musicale viene sancito da canzoni che richiamano il momento dell’hangover dopo una notte piena di feste e gioia. Ma questo clima festoso lascia subito spazio al tema che caratterizza maggiormente questo lavoro discografico, ossia la politica. (…) La party band regala un primo lavoro discografico ricco di sfumature. Ciò non porta altro che curiosità per il suo modo di vivere la musica. Un mondo visto sia come arte leggera per divertimento ma anche come linguaggio di protesta.Foxy Lady Ascolta

Ho sempre ritenuto il progetto Zun Zun Egui una perla rara nel panorama musicale. La contaminazione, musicale e linguistica, del combo inglese mi ha sempre stupito. Il loro essere multietnici da tutti i punti di vista l’ho sempre considerata un’eccezione. E così era. Fino a quando non ho conosciuto musicalmente i Gini Paoli. Fino ad ora il solo gruppo che si avvicina all’idea di libertà lanciata dagli ZZE. Conoscenza con il combo italiano avvenuta con il oro ultimo lavoro Esotica naturalizada. Al primo ascolto già conquista. Superato lo spiazzamento iniziale, il mix di genere è pantagruelico, non si può far altro che lasciarsi trasportare dalle canzoni. Ma andiamo con ordine. I nostri sono al secondo disco. Hanno avuto una evoluzione stilistica oltre che a livello di line up. Da trio sono passati ad un quintetto. E questo ha determinato un ulteriore arricchimento della proposta sonora. Il loro sound non è ascrivibile a nessun genere specifico. È uno zibaldone di energia, solarità e riflessione. E si, perché dietro canzoni ballabili, piene di ritmo, aperte e solari, ci sono testi tutt’altro che banali. Anzi. Sono proprio i testi ad essere una caratteristica specifica dei nostri. Sono proprio loro a rendere più particolare il loro ultimo lavoro. Infatti il disco vuole essere un viaggio per un riavvicinamento alla natura, per un maggior rispetto del pianeta, di noi stessi. Questo tour avviene sui ritmi avvolgenti di chitarre a metà tra il funky, il punk, la bossa nova e la psichedelia. Basso che disegna arzigogoli ritmici, batteria che segue a ruota. É esattamente questa la miscela esplosiva che rende ogni canzone unica, una mina pronta ad esplodere nell’animo di chi ascolta. A tutto ciò va aggiunta una produzione che ha saputo molto ben evidenziare le capacità della band, la tecnica dei singoli elementi. Non solo. Ad arricchire il sound ci pensano l’introduzione di strumenti ‘esotici’, capaci di creare atmosfere sospese, come il sitar. Tutto si amalgama alla perfezione. Non c’è una sbavatura nel lavoro di questi ragazzi. Siamo di fronte ad un prodotto raw, vero, ‘non curato’, viscerale. Un aspetto che emerge dalle tracce è il divertimento. I nostri si divertono suonando e si sente. Alcuni brani danno l’idea di essere nati da una grande jam session di cui sono stati presi i pezzi migliori. Il cantato, in parte in italiano in parte in spagnolo, contribuisce alla creazione di atmosfere inusuali. Il disco scorre senza alcun intoppo o impegno particolare. Ci si trova alla fine senza aver capito perché e come ci si è arrivati. L’unica soluzione possibile è farlo ricominciare. Tutta questa eterogeneità dona al lavoro l’ottima prerogativa di non diventare mai noioso. Anche dopo mille ascolti ci si stupirà sempre di ciò che questi ragazzi sono riusciti a fare. In conclusione: i Gini Paoli tornano con un disco assolutamente degno di nota. Dalla loro hanno tutte le caratteristiche per andare lontano. Ora sta alle persone donare loro il giusto riconoscimento delle capacità esposte. Un disco estivo ma che va bene per tutte le stagioni. Parafrasando un detto musicale: i Gini Paoli non risolveranno i vostri problemi ma vi permetteranno di ballarci sopra, akuna matata.Tempi-dispari

Un disco multiforme, poliglotta, etnico e festoso con il pallino per l’ambiente; in un mondo di tag e metadati precisi, Esotica naturalizada non è un disco facile da inquadrare. Si passa dalla cumbia all’afrobeat al rock psichedelico senza soluzione di continuità, ma sempre con grande naturalezza. Naturalezza che diventa “stato di natura” quando ci s’immerge più in profondità dentro al concept eco-politico del disco, dove la metafora di una pianta appunto “esotica naturalizzata” diventa simbolo di adattamento ma anche di commistione in una narrazione glocale in cui un disco prodotto a Genova evoca un luogo diverso a ogni traccia.Booklet Magazine