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The eight pieces of music slowly unfurl their charms, beginning with a dreamy piano chord and electronics minimal piece of melancholy, that evokes the ground-hog-day monotony of daily life during lockdown. The album builds in melody, instrumentation and complexity as it progresses. Naivete and disbelief giving way to a gradual dawning of the nature and reach of the threat. The unfolding flowers of science-fact eclipsing the unreality of the previously perceived science-fiction. Reality, death and fear however, soon become too much and the music veers into the relief of escapism and adventure. New Worlds to explore, dimensional travel and space-time shifts. ‘Nuova Cura’ is the standout track – a chilled space-warp of a tune sounding like Chick Corea flying high and unshackled. Strange pink misted synthesizer shapes emerge from the primeval dust of dead stars. New life, energy re-fashioned, a galactic super nova beginning to stretch out and boogie. The album gets better with repeat plays as it progresses from minimal piano chords and electronics, through orchestral and space music, to a kind of futuristic world music performed by machines, half -asleep and dreaming! Hope bringing colour back to the Cosmos!” Graham Domain – Monolith Cocktail

L’ep d’esordio del progetto Lua è un lavoro delicato di musica ambient, dove la molteplicità degli strumenti viene ad assumere un notevole equilibrio. Nelle mani di questi quattro grandi musicisti veniamo portati a spasso nei pensieri di un chiaro di luna. (…) Lua è la luna in portoghese, ma anche il linguaggio di programmazione degli strumenti elettronici usati in Werner, gioiellino d’esordio del neonato gruppo. Un ep che non dice cose in eccesso, ma fa molto pensare, a partire dai titoli delle sei tracce di cui è composto. Ognuno potrebbe essere l’incipit di un racconto o il nome di un capitolo di una storia più lunga, fatta di rimuginazioni e agitazioni mentali dall’intensità differenti. (…) Il cuore di un disco come Werner è abitato dalla molteplicità, adoperata con maestria dai suoi musicisti, che hanno trovato in Lua un nuovo grande linguaggio con cui comunicare se stessi.” Gabriele Vollaro – Rockit.it

“Werner” è l’EP di esordio di Lua, progetto nato lo scorso anno durante il primo lockdown. A dare vita a Lua sono stati Alessandro Zangani (Do Nascimiento) e Filippo Rieder (batterista dei Fine Before You Came, con i quali ha recentemente pubblicato il bellissimo “Forme Complesse”). In “Werner” hanno inoltre suonato anche Giuditta Gasparini (violino, flauti, arpa) e Laura Bianchi (violoncello), il mix e master è stato curato da Matt Bordin (Outsideinside Studio). Lua in portoghese significa luna, e Lua è anche il linguaggio di programmazione di una buona parte di strumenti elettronici usati in “Werner”. È un album bello, intimo, delicato. I titoli dei brani sono degli incipit o delle conclusioni di piccole storie, o sono invece pensieri chiusi che non lasciano entrare o uscire nulla oltre il senso stesso delle parole. È negli occhi di chi legge e nelle orecchie di chi ascolta stabilire eventualmente un approccio. Per questo, nei molteplici ascolti che hanno accompagnato “Werner” ho deciso di annotare le percezioni ricorrenti, quelle intorno alle quali le piccole sfumature emotive ruotano e si appoggiano. Ne La finestra al quarto piano è come entrare in una stanza estranea e familiare, una casa vuota, ma piena di qualcosa di inafferrabile. Come la luce, per esempio. È un brano che sa di un vecchio inizio e di una nuova fine. Pozzanghere e sigarette è forse il pezzo più didascalico dell’album, ma è anche fortemente sinestetico. I suoni hanno odore, anzi, odori. Di asfalto bagnato, di mozziconi di sigarette che annegano nella pioggia, arrendendosi. Non credo sia un caso che, nella struttura narrativa dell’album, dopo una resa si debba ricominciare. Tutto da capo. E talvolta riconciare stanca, ma dà speranza. E il brano mi restituisce bene questa sensazione. Dello scomparire e altre sconfitte tocca particolarmente quella che definirei la mia sensibilità, nel quale i livelli di cui è composto il brano si rincorrono, si annientano, l’un l’altro. Parlarne con un filo di convincente razionalità è abbastanza difficile. Lascio decidere a chi ascolta. Nuova cura ha un sound frammentato, ma è proprio questa complessità a creare una luminosa e fluida eleganza. Il pezzo conclusivo, Ritorni, è un pensiero dolcemente ossessivo che (ri)torna alla mente, l’accarezza, la invade, la culla e poi se ne va, lasciandola libera e frastornata. Il sound di “Werner” accompagna le menti inquiete, quelle menti che cercano di liberarsi e anche quelle che, invece, quasi libere lo sono già.” Arianna Me – Impatto Sonoro

Un tormento accomodante con sonorità minimali per uscire da un periodo buio che pare non finire mai.
La colonna sonora perfetta per un lockdown è l’obiettivo che si erano posti nel 2020 Filippo Rieder, batterista dei Fine Before You Carne, e Bafuggi. L’hanno pensata minimale, sensibile come il dream pop dei Cocteau Twins ed in grado di coinvolgere il lato emozionale, onirico e razionale della nostra mente. Le sonorità alienanti de “La Finestra Al Quarto Piano” fanno sì che la serenità rimbombi forte creando algide distanze, che si allargano sproporzionatamente come cerchi nell’acqua in “Pozzanghere E Sigarette”. L’incisiva ‘Tutto Da Capo° stempera la dispersione consegnando lo scettro del comando all’animo evocativo del collettivo. Le incursioni soniche di Giuditta Mina Gasparini e Laura sono crepe leggere sulla superficie di un lago ghiacciato e creano affinità consistenti tra i Lua e VRCVS, altro progetto parallelo di Filippo. “Nuova Cura”, con i fiati del compositore Simon Spiess a porgere i loro omaggi, e “Ritorni sono grigi epitaffi di una musica fatta ad hoc per ribaltare gli occhi e immaginare un mondo migliore di questo. Un tormento accomodante per uscire da un periodo buio che pare non finire mai.” Giovanni Panebianco – Sound36

Intervista a Filippo e Alessandro su Nikilzine

LA SPIRITUALITÀ SPONTANEA DEI LUA