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“Superfreak traduce quindi tali letture in musica, la sua musica. Ci sono pochi artisti in circolazione in grado di esprimere sonorità così personali e talvolta uniche, un miscuglio che spesso rasenta il delirio e che resta sospeso tra folk e swing, elettronica e post punk, songwriting e free jazz, passando per il noise e la no wave. Non è un disco di genere, semplicemente perché non viene seguito un apparente filo conduttore in termini di identificazione musicale. Prima di scrivere i 10 pezzi che compongono “Explain to me your meme”, Laricchia dice di aver ascoltato Peter Ivers, Philippe Katerine, Ava Rocha e Plantasia, ma che Daniel Johnston resta sempre la sua stella polare. In effetti, nel decalogo di fine 2020 firmato Superfreak c’è di tutto. Si ha come l’impressione di osservare oggetti molto pesanti scagliati da un lato all’altro della stanza. Si va dalla balcanica Aluxinante al puro cantautorato di S1 – [(S1 – 0) and (S2 – 0)], dalla rockyhorroriana Author is a paratext too al pop sghembo di Illuminati guys, you’re missing a member. Non manca il punk (Sebeok jokes), ma con meno livore rispetto ai primordi. Ci sono momenti più alti, come ad esempio l’art pop di Phatic function e di Explain me, the meme, ma anche passaggi tutto sommato evitabili, su tutti la diamonica di Bargain that sign again e i cambi di registro di Estrangeiro. C’è appena il tempo di chiudere con il synth malinconico di Semiotic squares, che fa da tappeto ad alcuni testi estratti dai report studiati da Laricchia.” Paolo Esposito – Impatto Sonoro